Procedure ermetiche come Quaderni di un mammifero
Una grande immersione, un leggendario distacco.
Perché l'oscurità ha uno scopo ben preciso, come
la foglia di giglio in righe lente di inversa emotività
SENZA MANI
Invaghire di penombra
L’altro tempo
Adombrare dell’aria
Il vago bruire
E coricare un vaniloquio
Nel nugolo della mente
MALOMBRA
L’ombra
Danza l’acqua
E muove
L’oscuro sonoro
ACCORDO DIMINUITO
Degli esili rami
A contrastare
Il grigio del cielo
Di foglie d’oro
A tintinnare d’attesa
La caduta
Come figlie insonni
Di un autunno
Smarrito
ANAFORA
Posa l’eternità
La leggerezza
Posa del suo invisibile
Il peso
Posa il violino di febbraio
Mentre l’esistenza suona
ALMA
Soffondere
Nell’immenso nericare
L’attesa
STANZE INTERROTTE
A ritroso risplendi
Come stellario
Sparuto e voluttuario
Un respiro d’acqua
Che rivola del fuoco
Il riverbero dell’ombra
Sei nel pianto del vento
Nato nell’onda
Di uno smarrimento
ARCILLA
Tracce di silenzio
Camminano la fine
Del suo rumore
Come l’ombra
In libertà di luce
Trova il suo umore
Tracce di silenzio
Abbracciano la paura
Delle ore
Come acqua profonda
Che corre l’istinto
Di un tenero stupore
L’INCOMPIUTA, PARTITURA
Tra le braccia
Eclissi
Di semi smarriti
COMPONIMENTO FUGATO
Siede il nulla
Che il vuoto vive
Nel bianco di un muro
Assenza, assenza!
Siamo il niente
Di memorie perse
Prati distesi a germogliare
Storie di amputati voli
Il giorno nascosto dentro
Spoglia il ventre
Del suo piombino tormento
NINA
Torvo cipiglio
Del meriggiare
Senti
I passi lenti
Del bianco albeggiare
È l’adagio invernale
Dell'oltre
Il distacco di autunni malati
E' quel che resta
Muto l'inverno
Il secco ramo muta,
e rotola l'eterno.
Spio il silenzio
Buca il prurito del giorno
Aria stanca di fiori
Odore pungente
Che già stagna
Avvolta nel tuo sguardo
Sono il porto scavato
Di silenziose parole
L’abisso profondo
Di sentimenti incauti
Di cenerina plastica
E mostri di lamiera
Scherzo minore
Il vago porto
Dove la pioggia
Assorta e persa
Muove del suo pensiero
L’accorta posa
Il passo ride
L’ancora speciosa
AMARANTA
Sei aurora solitaria
Che vaghi l’intorno
Di un per sempre inviolato
Sei stanca come
Abbandonata è l’impressione
Di un fianco addormentato
L’equilibrio precario
Come attimo in volo
Di una mancanza
Il giorno perso
Di uno sguardo
Che danza
CAPPELLO CON SIGNORA IN ALA DI VENTO
Come voce d’estate
Che di cenere
Un granello grigio
Veste nuvole usate
In allegria di notturni
Il sonno cammina
L’accordo fragile
PRIMAVERA IN DO MINORE
Fisso solino
L’umore fragile
Dove il violino
La nota posa
E tace la corda
Il suo riposo
COME LE MUTE TRAME
Graffia il rumore
La voce umida
Come distorte
Estive arie
Tormentate di cicale
L'ultima nebbia
Riavvolge solinga
Il primo canto dell'ombra
MEMORIA
Vola come
D’inverno
Sui monti
I pini
COME E’ PASSATA LA NOTTE
È questa scia rossa
Di Zefiro
Che l’essere
Sfuma
Nell’arco di un gesto
E macera poi
Disorientato
L’alba di raggi
Di inodorose ortensie
Riconosce la presa
Di un canto immortale
Velo di un virus medusa
E il notturno
Volò il per sempre
Di un giorno taciturno
Si cade come
Di colore
Sulla forma
Il significato spoglio
Il suono attutito di perse
memorie riverbera
Il sorriso deserto
Veste l'ombra
Della mia attitudine
La quiete
Dorme nel silenzio
Un concerto di acqua tetra
COME
Accordo
Andante
Lontano
Allegro cupo
Nel meriggio moderato
L’andante rosso
Vibrato
Il richiamo rauco
Continua
Gremito in un noi
La sfollata illusione
Che sfiora
La nota di fondo
In odore
NERO IN VERSO
Sfumi d’inquietudine, celle sparse, grigi ghiacci
Tremiti segreti tenuti all’ancora
Di fiamme soffocate
O l’orrore del vuoto, vertigine
Dell’anima rumorosa
Placabile in esuli carezze
- L’abbaglio di un sogno
Sabbia nel vuoto reale, non ricordi?
E il reclino, che si apriva
All’unico orizzonte del sono,
Capo dell’impressione, in fresche
Bocche fragili d’immense radici,
-Non lo ricordi sopra il fumo
Delle forme
Il sapore magico apparso?
Ramo su ramo
Salendo l’aria immota
Di un fondo musico
Correre di danza
Come ali
Lievi di stupore al vento,
Nessuno mai
Vide in volo
I lievi piedi
SENZA TITOLO
La luce pone in capo al mentre,
Sequenza di poi,
Una corsa fantasma
Nella sua massima gravità esistenziale.
Balza l’assenza l’invisibile aria,
Vuoto chiaro di presenza il respiro sente.
ROUGE NOIR
Il tempo
Cade e ricresce
L’effimero eterno
Che ne è dell’aria
Allora
Come assopito resto?
Di quel fiore bianco
Che cola lievemente
Il suo movimento
Cedendo all’ariosa stola,
Fermo nel nido rosso
Di sonno che avanza.